venerdì 23 dicembre 2011

da "L'uccello che girava le viti del mondo" di Murakami Haruki.

"Il padre aveva la ferma convinzione che per condurre una vita da persona rispettata nella società giapponese fosse necessario avere il massimo dei voti a scuola, e farsi largo a gomitate. Lo pensava sul serio.
Nei primi tempi del nostro matrimonio, quei discorsi li avevo sentiti direttamente dalla sua bocca. Tanto per cominciare, la gente non era tutta uguale, diceva. L'uguaglianza era qualcosa che si insegnava a scuola come principio, ma erano tutte sciocchezze. Il Giappone strutturalmente era un democrazia, ma nello stesso tempo era una società severa, divisa in classi, dove vigeva la legge del più forte. Se non si diventava parte dell'élite, non aveva senso vivere in questo paese. Si andava semplicemente e letteralmente a finire dentro la macina, e si veniva schiacciati. per questo la gente si sforzava di innalzarsi almeno di un gradino. Era un desiderio del tutto sano. Se la gente perdeva quel desiderio, il paese non poteva che peggiorare. Riguardo a queste opinioni di mio suocero io non facevo commenti, tanto più che lui non aveva mai chiesto il mio parere o le mie impressioni. Si era sempre solo limitato a esprimere la propria granitica e incrollabile fede.
D'ora in poi dovrò vivere in questo ambiente respirando la stessa aria di gente come costui, pensavo io in quelle occasioni, questo è solo il primo passo, chissà quanti altri episodi del genere ci saranno. A questo pensiero mi sentivo pervadere fin nel midollo da un senso di spossatezza. Era una filosofia terribilmente vuota e superficiale. mancava di considerazione nei confronti delle persone sconosciute che formavano le vere fondamenta della società, e anche nei confronti della natura interiore e della coscienza della gente. Mancava di fantasia, e di ogni forma di dubbio. Eppure quell'uomo era fermamente, profondamente convinto di essere nel giusto, e qualunque argomento io avessi portato, non avrei potuto smuovere la saldezza della sua fede."

mercoledì 28 settembre 2011

da Freedom di J.Franzen (primo di molti)

"Integrity's a neutral value. Hyenas have integrity, too. They're pure hyena."

giovedì 8 settembre 2011

da "La ragazza senza volto" di Jo Nesbo

"[..] Non sono mai riuscito a capire dove le donne trovino il coraggio di spartire un letto e una casa con persone fisicamente più forti di loro [..] Cosa che un uomo non farebbe mai."

lunedì 27 giugno 2011

da "Il giorno dell'Indipendenza" di R.Ford

[..] le case, le spiagge, la città natale, un angolo di strada dove una volta hai baciato una ragazza, una piazza d'armi in cui hai sfilato, un tribunale in cui hai divorziato in un giorno nuvoloso di luglio ma in cui adesso non c'è traccia di te, nessuna menzione del respiro dell'aria che tu sia stato lì o che ci sia stato mai, tu che ti dai tanta importanza, o persino che tu sia stato. Possiamo sentire che dovrebbero farlo, che dovrebbero conferire qualcosa [..] a causa degli avvenimenti verificatisi lì un tempo: accendere un caldo fuoco per rianimarci quando siamo quasi inanimati e inabissati. Ma non lo fanno. I luoghi non collaborano mai ricambiando il profondo rispetto quando ne hai bisogno. In realtà ti deludono quasi sempre [..] E' meglio rimandare indietro la lacrima, abituarsi alle romanticherie senza importanza e partire lancia in resta per quel che viene dopo, non per quello che era. I luoghi non significano niente.

martedì 7 giugno 2011

The Madman di Kahlil Gibran

Thus I became a madman.
And I have found both freedom and safety in my madness; the freedom of loneliness and the safety from being understood, for those who understand us enslave something in us.
But let me not be too proud of my safety. Even a Thief in a jail is safe from another thief.

sabato 28 maggio 2011

da La Controvita di P.Roth

"Nella vita ci sono certi colpi ricorrenti per i quali ti puoi preparare: puoi tirare un profondo respiro e il colpo passa e non fa troppo male."

"Dieci anni prima, anche cinque, aveva proprio fatto ciò che fanno gli uomini ammogliati, e cercato, a furia di scopate, di uscire dalla propria vita. I giovani entrano nella propria vita a furia di scopate con le ragazze che diventano le loro mogli, poi si sposano e ne arriva una nuova e scopando quella cercano di uscirne."

giovedì 31 marzo 2011

da Non ci sono solo le arance, di J. Winterson

Chi è curioso è sempre in pericolo. Se sei curioso rischi di non far più ritorno a casa, come quegli uomini che vivono adesso con le sirene sul fondo del mare. O coloro che scoprirono Atlantide.
Quando i Padri Pellegrini salparono, molti li giudicarono pazzi. La storia ha deciso altrimenti. I curiosi che partono in esplorazione devono riportare in patria ben più di un ricordo o una storia, devono riportare patate e tabacco o, meglio ancora, oro.
Ma la felicità non è una patata.

martedì 22 febbraio 2011

L'esperienza di condividere la camera con altri due ragazzi è stata talmente traumatica che non ricordo quasi nulla. So che si tratta di una reazione abnorme e nevrotica [..] ma io non ero un militare e volevo solo un posto dove stare da solo. Per me è un bisogno primario come l'acqua e il cibo, ma ho capito che non lo è per tutti. In camera, sembravano tutti contenti di scoreggiare e farsi canne tutti insieme, per nulla infastiditi dal fatto di non aver mai un momento per sé. Io mi sento me stesso soltanto quando sono solo. Il rapporto con gli altri non mi viene naturale: mi richiede uno sforzo.


Da Un giorno questo dolore ti sarà utile di P.Cameron

domenica 13 febbraio 2011

sabato 5 febbraio 2011

[..]Porque la inteligencia es capaz de reinventar la esperanza, de convertirla en algo intimo, en el placer de pensar o de pasear de la mano de otro que piensa o de conversar con él, aunque te anniquile lo que piensas.[..]

da Anton Mallick quiere ser feliz  di N. Casariego

giovedì 3 febbraio 2011

E' troppo tempo amore che noi giochiamo a scacchi
e mi dicono che stai vincendo e ridono da matti
ma io non lo sapevo che era una partita
posso dartela vinta, tenermi la mia vita

F.DeGregori, Niente da Capire